CATEGORY Palazzo Storico
LOCATION Sciacca (AG), Italia
ANNO 2004
Progettazione esecutiva e Direzione Lavori
RTP arch. Gaetano Renda capogruppo, arch. D. Federico, ing. A. Agrusa
Dopo anni di abbandono l’ex Istituto delle “Figlie di Sant’Anna” a Sciacca è stato recuperato dall’Amministrazione comunale con un intervento di restauro e consolidamento strutturale finalizzato alla restituzione dell’antico decoro degli spazi e delle quinte architettoniche ricostituendo una dimensione complessiva di salute e organicità del manufatto, sia in senso strettamente materico e conservativo, che in relazione al linguaggio proprio dell’impaginato architettonico.
Il progetto rientra nel programma di riqualificazione del centro storico di Sciacca del PIT Aquae Labodes, per la crescita di alcuni contesti di un sistema integrato finalizzato alla riqualificazione e al potenziamento dell’offerta turistica e dei servizi connessi alla rifunzionalizzazione delle strutture artistico – culturali e ricreative del territorio, alla promozione della cultura e delle produzioni locali.
Il compito dei progettisti è stato rasserenare le dinamiche degli spazi interni con un occhio attento anche al loro esito verso l’esterno (il cortile). Si trattava di operare un certosino intervento di riammagliatura formale e di riconnessione tra le parti e di predisporre una nuova quinta scenica che consentisse di stabilire un nuovo rapporto dialettico tra l’interno e l’esterno.
Il lato sul cortile vede la creazione di un sistema modulare che corre lungo i lati ovest e sud, con una propaggine pensile sul lato nord, un espediente tecnologico mirato ad affrontare e risolvere il nodo strutturale e linguistico di una risarcitura formale tra pieni e vuoti e a costituire più prosaicamente il necessario corridoio di distribuzione alle aule, con gradevole affaccio sul giardino.
Per consentire una rilettura unitaria dell’insieme, si è lavorato sul trattamento moderno delle superfici del nuovo fronte, sì da fare apparire l’operazione come la semplice riproposizione di un “apparato”,
avvalendosi di materiali plastici ed innovativi: la scelta è caduta sull’accoppiamento tra elementi portanti in legno e una pannellatura di vetro parzialmente rivestita da una maglia di acciaio costituita dall’intreccio di tondini e di trefoli che ricorda l’incannucciato della tradizione isolana.
Questo prodotto rispondeva ad alcune caratteristiche essenziali: può costituire paramenti né totalmente schermati, né trasparenti, dando l’idea di superfici compatte senza creare volumi bloccati ed inoltre con caratteristiche di plasticità e di grazia nella duplice funzione estetica e strutturale; infine non è mimetico, anzi denuncia una forte connotazione tecnologica e di modernità, pur nella sua sobrietà.
